BiLò è un magazine online d’interni che racconta case con carattere attraverso le persone che le abitano. Lo sguardo di un’architetta (Bianca) e quello di una scrittrice (Lorenza) scoprono ogni volta una nuova casa, questa volta sono state a casa di Elena Galateri la fondatrice del nostro progetto.
Vi riportiamo qui di seguito il loro articolo integrale.
Guri I Zi è un’impresa sostenibile di alto artigianato per l’inclusione sociale e l’empowerment femminile. Nel mondo dei tessili per la casa Guri I Zi ha un nome riconoscibile e un’estetica che non ti può lasciare indifferente, ma non solo: ha una storia. Una storia unica che lega tante donne e due paesi, due culture, quella nostra e quella albanese. Una storia che ci ha incuriosite durante il servizio a casa di Oli e Gae e che abbiamo deciso di approfondire. Vi avevamo promesso una sorpresa. Eccola qua. Siamo state a casa di Elena Galateri di Genola, la fondatrice di Guri I Zi. La donna da cui è iniziato tutto.
Madre di quattro figli, dai tredici ai quattro anni, davvero non sappiamo dove e come Elena trovi il tempo (e l’energia) per fare tutto e farlo così bene. Quello che sappiamo, è che abbiamo un invito e siamo puntuali.
Suoniamo al campanello di una delle bellissime palazzine che popolano una tranquilla via dietro Porta Venezia alle dieci di un mattino freddo, dal cielo terso. Portiamo in regalo un mazzo di tulipani arancioni.
Elena apre la porta con un sorriso dolce e accogliente e ci invita a entrare. Ci troviamo in un disimpegno immerso nella luce da cui si intravede, in fondo, oltre il salotto, una splendida veranda che dà su un giardino verdissimo. Non sembra di essere a Milano, piuttosto pare un mews inglese. Alzo gli occhi: una scala in ferro battuto dipinto di bianco porta agli altri tre piani della casa. Le pareti sono decorate da foto di famiglia in bianco e nero scattate da Giangiacomo, il marito di Elena, avvocato, ma appassionato di fotografia. Ha talento!
La seguiamo in salotto, dove notiamo subito due simpatiche poltroncine rivestite con un tessuto rosso e bianco di Guri I Zi e un’opera d’arte molto speciale, di cui parleremo più tardi. Nella veranda, la tavola è apparecchiata con una bellissima tovaglia di Guri I Zi e un servizio di piatti di Cabana, con cui hanno da poco stretto una collaborazione.
Noi, si sa, amiamo i colori forti e i contrasti. Amiamo anche le uova di Venini. Amiamo la vista del giardino e il ciliegio con le foglie rosse. Siamo appena arrivate, ma comunque quello che pensiamo è che non vogliamo più venire via.
La storia di Guri I Zi
Cominciamo dal nome. Guri I Zi è un paese di circa 12.000 abitanti a nord dell’Albania, ci racconta Elena, una delle zone più povere. La prima volta è stata lì nel 2005 per un’esperienza di volontariato. “Volevo conoscere un paese così vicino a noi, ma anche molto lontano” spiega. “Avevo il desiderio di andare in Albania”. Il suo compito era quello di far giocare i bambini delle famiglie più disagiate del paese. Ha conosciuto così un paese molto ospitale, famiglie gentili, piene di entusiasmo verso gli stranieri. Soprattutto le donne. “Ho conosciuto diverse mamme. Mi invitavano nelle loro case a prendere il caffè. È stato così che ho notato che in ogni singola casa, non importa quanto povera (a volte erano fatte di pietra) compariva un telaio artigianale di legno. In alcune case non c’era neanche l’acqua, usavano i muli per trasportarla, ma il telaio c’era sempre. Il paese era immerso in un paesaggio incontaminato, ma senza alcuna infrastruttura. I telai erano piccoli, larghi 40cm, e venivano usati, ho scoperto, per tessuti di uso domestico: corredi, tovaglie, asciugamani. Non erano destinati alla vendita. Non c’era sbocco commerciale per il paese. Allora ancora meno di oggi, ma oggi comunque ancora poco”.
A Elena è venuto il desiderio di far qualcosa per aiutare le famiglie in difficoltà. Al rientro in Italia, ha coinvolto una serie di amici avvocati e altri professionisti e nel 2006 è riuscita a fondare la onlus Idee Migranti, da cui è nata Guri I Zi, una micro impresa tessile per l’empowerment femminile con lo scopo di aiutare le donne albanesi e promuovere la loro tradizione tessile.
“Abbiamo iniziato con quattro tessitrici, le più esperte. Inizialmente utilizzavamo dei filati che trovavano loro in zona e noi organizzavamo le vendite in Italia. Vedendo l’ottimo riscontro abbiamo deciso di impostare il tutto in maniera più imprenditoriale: abbiamo cercato un’azienda di filati italiana che potesse garantire la qualità del prodotto e la sostenibilità. I filati che riuscivano a recuperare sul posto spesso erano di scarto e questo comprometteva la qualità del prodotto”.
Già da tanti anni, ormai, il filato in cotone e lino completamente naturale parte dall’Italia, viene lavorato a Guri I Zi e rispedito sotto forma di oggetto finito: tovagliette all’americana, tovaglie, tovaglioli, asciugamani. Una stilista, Alessandra Dentice, disegna le varie collezioni, conciliando la tradizione secolare albanese con il gusto italiano.
Il prodotto
Ogni prodotto è un pezzo unico perché fatto a mano. Due sono gli elementi caratteristici. Il primo sono le giunture, che nascono da un’esigenza (i telai non sono abbastanza larghi), ma diventano motivo decorativo, chi ama Guri I Zi lo ama anche proprio per le giunture, fatte interamente ad ago, a mano. Le giunture sono un’attività importante, inoltre, perché accessibile anche alle donne che per motivi familiari o sociali non possono recarsi in laboratorio a tessere insieme alle altre. I manufatti gli vengono recapitati a domicilio così che loro possano cucirli e consegnarli finiti, pronti per essere spediti. In questo modo, anche se non godono della socializzazione in laboratorio, riescono comunque a guadagnare. La storia ci fa pensare a una donna rivoluzionaria, Francesca Sanna Sulis, che nel 1700 ha aiutato moltissime donne sarde a emanciparsi con la sua azienda di seta.
Il secondo elemento che caratterizza i prodotti di Guri I Zi è il ricamo. Anche questo, sempre fatto a mano.
Le collezioni Guri I Zi portano i nomi delle tessitrici e ricamatrici albanesi e delle donne italiane che hanno contribuito in modo importante al progetto.
È arrivato il momento di visitare il giardino verdissimo e ne siamo felici.
Come dev’essere bello avere questo pezzetto di verde a disposizione, soprattutto di questi tempi, poter uscire a prendere una boccata d’aria e lasciare i bambini giocare senza freni e senza paura. La natura anche in città. “Io sono cresciuta nella natura” ci dice Elena, che ha un modo di fare molto empatico, “per questo apprezzo così tanto questa casa. Avere il verde così vicino significa tutto per me. E la veranda è una specie di serra, dove le piante crescono benissimo”. Ci sediamo alla tavola apparecchiata fuori, Bi scatta foto a raffica, ispirata, mentre io riempio Elena di domande. Vorrei sapere di più del progetto e più precisamente delle tessitrici.
Le donne di Guri I Zi
Dietro a Guri I Zi, oltre a Elena e i suoi collaboratori italiani, ci sono soprattutto le donne albanesi, le tessitrici, negli anni passate da quattro a oltre quaranta. Queste donne sentono come loro il progetto e questa è una delle più grandi soddisfazioni. "Dopo il primo laboratorio tessile, aperto a Guri I Zi nel 2009 e ampliato nel 2015, abbiamo raggiunto una situazione finanziaria tale da poter costituire, nel 2016, un’impresa sociale in mano a loro, alle prime donne tessitrici, che ora sono diventate imprenditrici. Lo abbiamo ottenuto lavorando dall’Italia, sia con donazioni alla onlus, che con i ricavi delle vendite. Abbiamo potuto comprare telai, macchine da cucine, ampliare il laboratorio e ora metterle in grado di avere la loro impresa sociale, facendo gli stessi passi che abbiamo fatto noi. Le abbiamo accompagnate a livello imprenditoriale e stimolato le loro capacità, finanziando numerosi corsi di formazione su tessitura, standard di qualità e amministrazione”.
Alcune donne sono state fondamentali per costruire tutto questo. Susanna, per esempio. “Susanna è stata la prima che abbiamo coinvolto. È stata lei a scegliere le donne via via, con un criterio preciso: il bisogno. Con Susanna parliamo solo attraverso l’interprete e un prete italiano missionario che è lì da anni come mediatore culturale, ma lei è una che comunica tantissimo anche solo con lo sguardo. Si vede che ha vissuto molto e la sua filosofia di vita è quella di aiutare gli altri. Ha coinvolto tutta la sua famiglia nel nostro progetto: la figlia adesso è l’amministratrice dell’impresa albanese e il marito, che era sarto durante il regime comunista, è responsabile della sartoria. Sono molto rispettati suo posto e sono stati una garanzia. Il primo laboratorio è nato proprio sopra la loro casa”. Susanna ha creduto talmente nel progetto, fin da subito, che quando all’inizio alcune donne non facevano bene le giunture, lei passava le notti, di nascosto, a disfarle e rifarle daccapo, pur di mantenere alto lo standard.
Oltre a Susanna, anche Monda ha segnato la storia di Guri I Zi. Coordinatrice del progetto in loco, raccoglieva i fondi e garantiva l’erogazione giusta del denaro. Grazie a Guri I Zi Monda è diventata una donna rispettata in tutto il villaggio. Ha uno stipendio mensile e un ruolo nella società. Se questo non fosse successo si sarebbe trasferita in Italia da sua sorella, invece è rimasta in Albania. “Ho capito che nessuno vuole lasciare le proprie radici se non ne ha una vera necessità” dice Elena. “Là dove gli si dà la possibilità, le persone rimangono a casa. Grazie a questo progetto ho conosciuto persone piene di entusiasmo, voglia di riscattarsi e di farcela. Anche durante la pandemia l’hanno dimostrato. Il laboratorio ha chiuso per il covid, ma loro sono riuscite a gestire il tutto in modo impeccabile".
Il primo gruppo di donne è andato al mare insieme, quattro o cinque anni fa, una vera vacanza. Donne di quarant’anni felici come bambine.
Una bella soddisfazione. Nel raccontarcelo, a Elena brillano gli occhi. E brillano anche a noi. Come potrebbe essere altrimenti?
Susanna e Monda a Guri I Zi.
Solidarietà femminile
Uno degli aspetti più belli di Guri I Zi è che il laboratorio tessile, al di là di un luogo di lavoro, è diventato un luogo di socializzazione, dove donne con situazioni pesanti a casa possono ritrovarsi, confrontarsi, aiutarsi a vicenda. Nel 2005 quando Elena è stata la prima volta a Guri I Zi si respirava la miseria. Erano stati quarantacinque anni sotto regime comunista. Le donne che l’avevano vissuto, passavano le loro giornate immerse in un clima estremamente pesante. “Abbiamo visto come il potersi ritrovare in un posto tutte insieme e avere un confronto sia stata una grande liberazione. Da quando sono state assunte, inoltre, queste donne hanno un loro conto corrente, cosa inimmaginabile prima che nascesse questo progetto. Alcune hanno solo la terza media e non hanno mai avuto accesso a fonti di guadagno prima, né in famiglia, né fuori. Si sono emancipate nei confronti dei mariti”.
Inizialmente il progetto non veniva visto bene dagli uomini, perché considerato una distrazione dal lavoro domestico, ma adesso si sono dovuti ricredere, perché rappresenta una fonte di guadagno per l’intera famiglia. I loro figli sono potuti andare a scuola e adesso possono permettersi cure mediche che noi in Italia diamo quasi per scontato, come il dentista, ma che per loro prima erano troppo onerose, sono riuscite a far arrivare l’acqua fino a casa propria, in alcuni casi a comprarsi una lavatrice. "Io continuo a credere che l’obiettivo più importante che è stato raggiunto sia quello di aver restituito la dignità a donne che l’avevano persa” conclude Elena. “A volte siamo addirittura riusciti a salvarle da situazioni di violenza domestica, mettendole in grado di uscire di casa, fare gruppo e guadagnare per potersi emancipare”.
Passare il tempo all’aria aperta è bellissimo, ma comincia a fare un po’ freschino. Rientriamo in casa su suggerimento di Elena, sostiamo un po’ nella veranda, per poi accomodarci nel salotto luminoso.
“Questa è un’opera d’arte che abbiamo preso insieme a mio marito a un’asta benefica organizzata con Guri I Zi nel 2014. L’asta si chiamava Artisti per Guri I Zi: trenta artisti avevano realizzato le loro opere su tele tessute dalle donne nostre tessitrici. Le abbiamo messe all’asta con Sotheby's e il ricavato andava per finanziare l’ampliamento del laboratorio in Albania. Questa era l’opera che mi piaceva di più. L’artista si chiama Tarshito, è pugliese. La sua particolarità è disegnare carte geografiche su tela, questa è tutta fatta a matita. È la Terra capovolta, il senso è che siamo un’unica anima, siamo tutti collegati, Nord Sud Est Ovest del mondo. L’artista ha chiesto di avere la tela con le giunture in mezzo, un’idea che a me è piaciuta molto. Il rosso, in più, è un leitmotiv nella nostra casa, perché piace molto sia a me che a mio marito”.
Su misura
Scopriamo che Guri I Zi, oltre al catalogo con sempre nuove collezioni, ha lanciato da poco anche un servizio su misura. È possibile commissionare rivestimenti di poltrone, divani, testiere del letto, ma anche tende, tovaglie e tovaglioli, copriletti e quant’altro. Basta scegliere il tessuto, pensano loro al resto. Siamo sedute in salotto mentre ci spiega tutto questo. La presenza dei figli e del marito è lampante nonostante non siano qui, si vedono nelle foto sparse nella casa e Elena li menziona spesso. L’impressione è proprio quella di una casa di famiglia, una casa d’altri tempi.
Elena ci invita a salire di sopra per mostrarci la sua camera da letto, dove ha fatto realizzare testiera e copriletto coordinati. Ci piacciono moltissimo e troviamo che s’intonino molto bene con la vista dalla portafinestra, che sembra un quadro. Ci affacciamo sul terrazzino e guardiamo fuori con aria sognante. Non ce ne vorremmo più andare. Elena ci racconta delle collaborazioni che ha fatto negli anni con Guri I Zi e le varie fiere a cui hanno partecipato, mentre si affaccia in camera da letto il suo figlio più grande per salutarci. Sta studiando con la didattica a distanza, ma è l’ora dello spuntino. Capiamo che è passato ben più tempo di quello che pensavamo da quando siamo arrivate, ed è giunta l’ora di congedarsi.
Prima di andare Elena ci fa fare un veloce giro della casa, ormai ha capito che ne siamo innamorate (della palazzina e del suo gusto estetico!) e per questo siamo molto curiose di vedere tutto. Ogni stanza, anche i bagni, ha tende o qualche elemento tessile di Guri I Zi. I colori sono protagonisti e ogni ambiente ne ha uno dominante. Il rosso in salotto (il suo colore preferito), il verde salvia nella sua camera da letto, l’azzurro nella stanza dei bambini, e così via.
Donazioni e collaborazioni
Inizialmente non è stato facile trovare dei donatori per Guri I Zi, ci tiene a precisare Elena accompagnandoci alla porta, ma adesso ne hanno molti, tra cui uno particolarmente generoso e importante per noi, l’Istituto Ganassini. Grazie a Vittoria Ganassini e il suo istituto abbiamo potuto costruire il laboratorio tessile. Negli anni, oltre alla vendita diretta, sono nate varie collaborazioni, come quella con la Rinascente, Sotheby’s e l’ultima con Cabana Magazine, lanciata il 13 Marzo di quest’anno.
Dal 2012 Guri I Zi ha un negozio monomarca a Milano, in via san Nicolao, e da poco ha inaugurato lo shop online dove si trova anche una sezione dedicata alla sostenibilità del progetto.
La ringraziamo per l’ospitalità e speriamo di tornare da lei presto, oppure, chissà, in negozio, non appena sarà possibile, per una delle vendite speciali che a cose normali organizzano spesso.